La comunicazione sociale è un processo attraverso il quale il comportamento di un individuo influenza il comportamento di un altro individuo. Una comunicazione efficace è fondamentale per le relazioni intra e interespecifiche. Fra i diversi sistemi utilizzati del cane per comunicare, i segnali visivi (posture e mimica facciale) costituiscono un aspetto fondamentale, in quanto hanno anche la funzione di indicare la posizione gerarchica dell’animale all’interno del gruppo. La conoscenza del linguaggio posturale canino è utile per prevenire una serie di spiacevoli situazioni legate spesso a scorrete interpretazioni da parte dell’uomo. Due aspetti vanno inoltre sottolineati: da una parte, il cane domestico ha assunto segnali neotenici che hanno modificato questo linguaggio posturale; a ciò hanno contribuito anche gli interventi del taglio della coda e del taglio delle orecchie realizzati dell’uomo in certe razze. Dall’altra , il proprietario spesso associa intenzioni “umane” (cane che fa i dispetti) a comportamenti manifestati dall’animale che, in realtà, hanno una specifica funzione e sono frutto di una associazione di stimoli più che di un processo di apprendimento. Per quanto riguarda la comunicazione acustica invece, le parole dell’uomo costituiscono per il cane dei segnali paraverbali. Il cane non comprende il significato semantico delle parole, ma solo il tono di voce e il contesto in cui vengono dette.
Il cane impara quando si gli insegna ma, in modo del tutto casuale, anche dall’ambiente. Per prevenire la comparsa di disturbi comportamentali è quindi necessario insegnare ciò che si desidera da lui. Questo è l’obiettivo dell’educazione intesa come quell’insieme di tecniche mirate all’acquisizione di comportamenti specifici che consentano al cane una convivenza pacifica all’interno del branco. Per fare ciò l’educazione si avvale di metodi non traumatici ma decisi e coerenti che tengono conto, oltre che delle caratteristiche etologiche dell’animale, anche dei diversi sistemi di apprendimento.Come definizione, l’apprendimento è una modificazione relativamente persistente del comportamento che ha luogo per l’effetto dell’esperienza. Fra i vari sistemi di apprendimento, oltre l’imprinting che nel cane si verifica nel periodo critico (da 3-4 a 10-12 settimane di vita), cè l’abitudine, il condizionamento classico e il condizionamento operante, il gioco, l’imitazione/facilitazione sociale e l’insight. Le tecniche comportamentali attualmente utilizzate per modificare comportamenti indesiderabili, si rifanno proprio ad alcuni di questi processi di apprendimento. Primo fra tutti l’abitudine che è anche definito processo di apprendimento negativo poiché comporta alla riduzione o alla scomparsa della risposta in seguito a ripetute presentazioni dello stesso stimolo che , in genere, ha scarso o nessun significato per l’animale. Nella terapia comportamentale si utilizzano tecniche di diretta conseguenza dei processi di apprendimento:
PREVENZIONE DEI PROBLEMI COMPORTAMENTALI
In un discorso di prevenzione, il veterinario svolge un ruolo molto importante. Tocca a lui cercare di cogliere quelle che sono le aspettative e le esigenze del futuro proprietario e consigliarlo nella scelta che sta per effettuare. Il proprietario deve imparare a manipolare spesso il cane per renderlo meno timoroso, conoscere le abitudine eliminatorie del cucciolo e la necessità di abituarlo gradatamente agli stimoli nuovi. Il proprietario deve poi rendersi conto che, al sorgere di un problema comportamentale, l’addestratore non sostituisce l’intervento comportamentale in quanto non si tratta di un comportamento inadeguato, bensì di un comportamento non normale. Da qui l’importanza di imparare a riconoscere nel proprio animale ciò che è normale da ciò che non lo è, in modo da intervenire tempestivamente.
PROBLEMI COMPORTAMENTALI
L’origine dei problemi comportamentali tiene conto delle caratteristiche individuali genetiche, delle caratteristiche ambientali, nonché degli atteggiamenti del proprietario. Ci sono 5 aspetti che consentono di valutare un comportamento e di definirlo come normale o patologico:
Fra i principali problemi comportamentali riscontrati nel cane abbiamo: l’ansia della separazione, le paure e l’aggressività. Per quanto riguarda le forme di ansia, non sempre facile la diagnosi corretta, visto che le manifestazioni sintomatiche possono essere assai diverse da soggetto a soggetto. Questo tipo di problema richiede una terapia molto lunga, sia per quanto riguarda l’intervento comportamentale, sia per un eventuale supporto farmacologico, e sono assai frequente le ricadute. I rumori forti, piuttosto che i temporali sono invece fra le principali cause di paure e fobie, provocando nell’animale reazioni di esitamento, di fuga o veri e propri attacchi di panico. La terapia comportamentale si avvale in questo caso delle tecniche di desensibilizzazione e di controcondizionamento. Anche in questo caso può essere utile il ricorso a una terapia farmacologia. Ma , il primo posto nell’elenco dei problemi comportamentali è senza dubbio occupato dall’aggressività nelle sue diverse forme (da dominanza, da paura, protettivo-territoriale, intraspecifica, predatoria, per citare le più diffuse). L’aggressività non può essere curata, ma solo efficacemente controllata. Nella valutazione dei rischi, bisognerà prendere in considerazione diversi aspetti come la taglia dell’animale, il suo stato di salute (organico e comportamentale), il linguaggio posturale, la sequenza comportamentale che accompagna l’aggressione, il contesto in cui si verifica e se si tratta di un’aggressività offensiva o difensiva.
Dopo aver imparato a essere cani durante il primo periodo del loro sviluppo
Dopo aver imparato a essere cani durante il primo periodo del loro sviluppo
Oggi giorno è d’estrema attualità condurre riflessioni sugli aspetti della mente del cane
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